Il coraggio di Giulio Andreotti

di Claudia Pepe

Il Divo Giulio, Belzebù, l’Indecifrabile, Belfagor, la Sfinge, il Principale, l’Eternità,.. Giulio Andreotti è stato chiamato in tutti i modi, da colleghi, giornalisti, scrittori ed avversari. Ma sappiamo anche che era un lettore di romanzi gialli, tifoso abbonato della AS Roma, amante delle corse dei cavalli ed era capace di passare interi pomeriggi giocando a carte.

Molto legato alla famiglia di mio nonno, conobbe la sua Livia a casa Belvederi, dei quali lei era cugina e lui compagno di classe di Lamberto, divertenti i racconti della proposta di matrimonio durante una passeggiata al cimitero del Verano e di quando ebbe l’incarico come Ministro delle Finanze; trovandosi a dover studiare una enorme quantità di dati e procedure, trascorse intere nottate in ufficio, costringendo Livia a dormire con una foto dell’onorevole sul letto.

Nonna lo ricorda come un uomo molto caro, generoso ed intelligente, molto religioso ed un grande studioso.

Cattolico praticante, tutte le mattine andava ad ascoltare la prima messa presso la Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini, era il risultato di un’educazione religiosa iniziata in famiglia e maturata a scuola ed all’interno di formazioni giovanili cattoliche. In seguito, i suoi legami con la Chiesa, avranno grande rilievo nello sviluppo dell’uomo e del politico a noi noto.

Iniziò la sua lunga carriera politica a soli trentacinque anni, spiccando tra i principali esponenti della DC (partito democratico cristiano), nella seconda metà del XX secolo. Partecipò a dieci elezioni nazionali, in cui fu il più votato per quattro volte ed il secondo per sei volte.

Fu anche il politico con il maggior numero di incarichi governativi nella storia della Repubblica, sette volte come Presidente del Consiglio, ben trentadue volte Ministro della Repubblica e senatore a vita fino alla sua morte nel 2013.

Tra i suoi mandati ricordiamo le otto volte come Ministro della Difesa, le cinque come Ministro degli Affari Esteri, le due come Ministro delle Finanze, due come Ministro dell’Interno, …

Il contesto storico in cui ci troviamo è quello della Guerra Fredda tra gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica. Tutti gli altri stati si trovarono, loro malgrado, coinvolti nei giochi di potere dei due avversari. In questo frangente il governo statunitense fu presente in diversi avvenimenti che hanno interessato il nostro paese, al fine di proteggere le basi NATO e l’intesa con l’Italia.

A questo scopo, il governo statunitense, temendo l’ascesa del PCI (Partito Comunista Italiano), fece del suo meglio per promuovere sentimenti di anticomunismo, antisovietismo ed atlantismo; partecipando, assieme al governo italiano, alla fondazione dell’Organizzazione Gladio. Paramilitare e promossa dalla CIA, che visse dal 1956 al 1990, ricordiamo che la caduta del Muro di Berlino è del 1989.

Nel 1978 ci fu il rapimento di Aldo Romeo Luigi Moro, per mano delle BR (Brigate Rosse). Aldo Moro nel 1977 firmò nel con Enrico Berlinguer, segretario del partito comunista, il cosiddetto “compromesso storico” per un riavvicinamento tra le rispettive forze politiche, eppure una grossa responsabilità della sua morte fu data a Giulio Andreotti, senza alzare un po’ lo sguardo.

Seguirono diverse accuse all’Onorevole Andreotti: dal presunto bacio a Totò Riina, in una mattina palermitana del Settembre 1987, al suo coinvolgimento nella tempesta politico – giudiziaria detta Mani Pulite nel 1993 e poi i il legame con Cosa Nostra e l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli nel 1979.

Nel 1983 Bettino Craxi fu incaricato di formare il governo e chiamò Andreotti al Ministero degli Esteri. Insieme, iniziarono una politica filoaraba, nell’interesse del nostro paese. Riuscendo a mantenere rapporti diplomatici con la Palestina di Arafat e con Simon Perez in Israele, nonostante l’insoddisfazione statunitense, permisero all’Italia di essere l’unico paese occidentale risparmiato dal terrorismo islamico.

Tanti anni in politica, tanti successi, tante vicende e tante accuse. Un uomo di carisma, forza ed enorme cultura, fiero ed imperturbabile, ha dato il suo prezioso supporto alla rinascita e crescita del nostro paese dal dopoguerra fino alla sua morte.

La sua storia, che vede tratti di trasparenza e tratti di foschia, è sicuramente ricca di coraggio ed ironia, ad esempio parlando dell’aldilà, era convinto che gli sarebbero stati chiesti chiarimenti su altre cose e non su Pecorelli o la mafia, ma anche che “A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente tutto”.

Un uomo della I Repubblica che è bene ricordare con rispetto.

Fonti:

La Nonna della nostra corrispondente Claudia Pepe
Fatti & misfatti di F. Capalbo
Giulio – La storia di Andreotti dalla A alla Z di A. Grassi e G. Santoro
Wikipedia
intervento del giudice Imposimato

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